La storia dell’area archeologica

Canosa è una delle capitali dell’archeologia pugliese, e non solo. La sua storia è lunghissima e le tracce archeologiche del suo passato sono sparse un po’ dappertutto nel centro abitato. La città offre un percorso tra le strade, le piazze, i musei, le chiese che richiederebbe ben più di una giornata, lasciando tutti sorpresi per la ricchezza archeologica. Meglio se accompagnati dalle efficienti guide della Fondazione Archeologica Canosina, una bella realtà di partecipazione e di gestione dal basso del patrimonio (https://www.canusium.it/). Principale centro della Daunia meridionale, dominata da una potente aristocrazia, come dimostrano le magnifiche tombe ipogeiche e i ricchissimi corredi con ceramiche geometriche, figurate, policrome, bronzi, oreficerie (una campionatura è al Museo di Palazzo Sinesi), poi fedele alleata di Roma, che la ripagò per il supporto dato dopo la disastrosa sconfitta inflitta da Annibale a Canne, quindi municipio romano e poi colonia nell’età dell’imperatore Antonino Pio: i tanti monumenti pubblici e privati, templi, terme, domus documentano il ruolo di primo piano della città romana, attraversata dalla via Traiana e forte di una economia fondata sull’agricoltura e sul grande allevamento transumante. Fu, però, in età tardoantica, tra IV e VI secolo, che Canosa raggiunse il suo apice politico, economico e anche religioso, grazie a una potente diocesi cristiana. È proprio per conoscere questa fase storica che vorrei suggerire una visita a Canosa, che conserva una quantità (e qualità) di documenti del primo cristianesimo come poche altre realtà a sud di Ravenna e della stessa Roma.

Nella prima metà del IV secolo operò il vescovo Stercorio, che partecipò al concilio di Sardica del 343: la comunità cristiana canosina era, quindi, da tempo consolidata. Più tardi saranno attivi Probo (465-474), Rufino (fine V), Memore (inizi VI) e, finalmente, Sabino, il potente e intraprendente vescovo del pieno VI secolo. Abile diplomatico impegnato in missioni in Oriente, efficace oratore, amico di illustri personaggi come Germano di Capua e Benedetto da Norcia, fu anche attivissimo ‘manager’, instancabile costruttore tanto da essere definito venerabilis vir restaurator ecclesiarum dall’anonimo redattore della sua vita, che gli attribuì la chiesa dei ss. Cosma e Damiano, il battistero di san Giovanni, posto nei pressi della chiesa di s. Maria, e infine la chiesa del Salvatore.

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PROGETTO MULTIMEDIA – SMART IN Valorizzazione del Luogo della Cultura: Area del Battistero di San Giovanni con la Basilica di Santa Maria promosso dal Comune di Canosa di Puglia realizzato nell’ambito del POR PUGLIA 2014-2020 – Asse VI – Azione 6.7